Se si dice Colavolpe, si pensa immediatamente ai gustosi e prelibati fichi secchi artigianali.
Ma non tutti forse sanno che l’unicità e la genuinità delle produzioni a base di fichi calabresi sono da collegare direttamente all’impiego di una materia prima rigorosamente calabrese: il Fico Dottato di Calabria, che oggi gode del marchio di qualità DOP.
Giunto in terra calabrese probabilmente quando la regione faceva parte della Magna Grecia, proveniente dalle coste settentrionali dell’Africa, da allora la coltivazione del fico calabrese ha iniziato ad espandersi, interessando l’intera provincia di Cosenza.
Qui infatti l’albero del fico dottato ha trovato un clima ed un terreno ideale, grazie all’ambiente collinare non eccessivamente ventilato, con un terreno non arido ma nemmeno eccessivamente piovoso.
Giunti a maturazione nei mesi tra luglio ed agosto, la caratteristica di questi fichi calabresi è la piccola forma ovoidale con la buccia di color verde chiaro, una polpa morbida, semi piccolissimi e un sapore molto dolce.
Ecco quindi che il fico Dottato di Calabria è diventato parte integrante delle tradizioni culinarie calabresi, soprattutto grazie al suo impiego nella produzione dei frutti essiccati, che vengono poi commercializzati sotto diverse forme.
Tra gli impieghi principali, il fico Dottato di Calabria viene poi commercializzato dopo essere stato essiccato naturalmente al sole, su cannizzi (secondo l’antica tradizione calabrese) o tavole di legno oppure anche in forno.
Una volta essiccato, il fico calabrese viene poi impiegato per la produzione di dolci artigianali calabresi, come il gelato artigianale al fico dottato DOP o ancora per lavorazioni tradizionali come le cosiddette “crocette calabresi”.
O ancora, i fichi a coroncina, a treccia, imbottiti, ovvero farciti con mandorle, noci oppure ricoperti di cioccolato.